L’orizzonte artificiale [step #1] è uno strumento utilizzato nell’ambito della navigazione, per orientarsi in situazioni di scarsa visibilità o di notte, quando dunque l’orizzonte naturale non è ben visibile. Possiamo distinguere due tipi di orizzonti artificiali, quelli impiegati in nautica e quelli impiegati nella navigazione aerea.
I primi sono noti come “vaschette di mercurio” [step #2], sono
stati realizzati a partire dall’800 ed erano utilizzati insieme ai sestanti,
sfruttando quindi i principi dell’ottica [step #5.1], per misurare le altezze
degli astri (navigazione astronomica).
Nel corso del blog sono stati analizzati maggiormente i secondi, nonché i più recenti; sono anche conosciuti come girorizzonti o “attitude indicator” e il loro scopo è quello di indicare l’assetto di un aereo. L’orizzonte artificiale fu inventato dall’aviatore statunitense Lawrence Sperry [step #9] durante il periodo della Prima guerra mondiale. Insieme a suo padre Elmer Ambrose Sperry fondò poi la Sperry Aircraft Company nel 1917, di fatto la prima azienda costruttrice [step #11] dello strumento. Vi sono diversi francobolli [step #18] raffiguranti i due inventori, molto importanti per l’aviazione del XX secolo.
Lo strumento è facilmente identificabile con un simbolo [step #6], che presenta spesso due colori indicanti la terra e il cielo,
separati dalla linea d’orizzonte. Molte aziende moderne riprendono questo
simbolo nel loro marchio [step #20]. Più nello specifico, lo strumento mostra al
pilota gli angoli di rollio e beccheggio, dunque i numeri [step #15] assumono un
ruolo determinante in quanto di facile lettura. E’ presente un manuale d’uso [step #22] utile per comprendere le procedure da adottare durante il suo utilizzo.
L’elemento più importante che lo costituisce è il
giroscopio, realizzato spesso con materiali [step #8] metallici come alluminio o
titanio [step #26], il quale funziona secondo il principio fisico del moto di
precessione [step #5.2]. Per quanto riguarda i suoi elementi secondari e più
interni, è possibile vedere degli esplosi [step #16], così come dei brevetti [step #17], che invece evidenziano l’evoluzione costruttiva dello strumento.
Se collocato in un albero tassonomico [step #14], l'orizzonte artificiale risulta
appartenente quindi alla strumentazione di bordo aeronautica, nella categoria degli strumenti giroscopici.
I dispositivi più recenti sono elettronici o digitali, ed è possibile trovarli su qualunque aereo di linea. Inoltre, negli ultimi anni sono state introdotte delle norme [step #23] che obbligano la presenza di almeno due dispositivi a bordo. Lo strumento fa quindi parte dell’avionica, ovvero quella scienza [step #4] che si occupa della progettazione di apparecchi elettronici usati nell’aviazione.
Dal punto di vista storico, nel blog è riportato un grafico
che raffigura l’evoluzione delle parole [step #24] legate allo strumento,
evidenziandone i diversi usi di quest’ultimo in due secoli differenti.
Correlato all’evoluzione, vi è un post riguardante le
cose personali [step #25] che rappresentano tre momenti della conoscenza personale. Sempre
parlando di parole, è stato realizzato anche un abbecedario [step #19],
contenente termini che si addicono al “protagonista” del blog, così come un
piccolo glossario introduttivo [step #3].
Passando ad una visione culturale dello strumento, si trovano molte sue rappresentazioni in annunci pubblicitari [step #13] sulle tecnologie aeronautiche degli anni ’70 o, più recentemente, in alcuni film [step #12] dove ritroviamo il nostro strumento in una versione digitale. Considerando invece un contesto culturale letterario, è possibile trovare diversi articoli scientifici e saggi [step #10] che descrivono le funzioni dello strumento, cosi come nei fumetti della Marvel o più facilmente nei fumetti di aviazione [step #21], o persino "scavando" nella mitologia [step #7] egizia.
Infine, è stata realizzata una mappa concettuale [step #27] che fornisce una visione più superficiale dello strumento.
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